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Pinar del Rio e la Valle di Vinales

Carib.e

Solitamente non mi piace dare consigli, ancor di più sui viaggi, perché penso che l'essenza del viaggio deve essere la "scoperta" di luoghi, ambienti, popoli, amici, lasciandosi andare in una sorta di avventura senza prefigurarsi o programmare troppo l'intera vacanza. Preferisco molto di più provare a raccontarne le emozioni. Questa volta però, contravvenendo a questa regola, mi sento di suggerire, a tutti coloro che si recheranno a Cuba, la visita ad un posto, a mio giudizio, molto suggestivo.

Parlo di Pinar del Rio e della Valle di Vinales. Un posto certamente insolito per chi ha scelto come meta un paese Caraibico che, nel nostro immaginario, ci riconduce ad immagini di bianche spiagge, mare limpido e sole caliente. Questo è tutto vero, ma Cuba è anche qualcos'altro. A circa due ore di macchina a nord della capitale L'Havana, percorrendo "l'autopista" si arriva facilmente fino a Pinar del Rio. Un paese ridente, con un'atmosfera di altri tempi, dove la gente riesce a vivere serenamente. Lo si legge nei loro volti, nel loro modo di comportarsi. Qui la gente è ancora più vera, non siamo nelle affollate mete turistiche dell'Isola o nella Capitale. Mi ricordo quella volta, arrivando in paese, ci rendemmo conto di aver forato una gomma, cosa abbastanza usuale nelle strade cubane, così, parcheggiata la macchina, pensavamo di sostituirla. Dico pensavamo perché, quasi immediatamente dopo aver parcheggiato, mentre cercavamo di darci da fare, si è formato intorno a noi un gruppetto di persone che, autonomamente si è dato da fare per trarci d'impaccio. E' nata così una mattinata che io definisco "strana". Si è creata subito una simpatia con queste persone, che la sentivi a pelle. In un batter d'occhi hanno smontato la gomma, raggiunto il gommista, riparata la gomma e rimontata. Potrebbe sembrare un comportamento interessato, per procurarsi un facile guadagno. Non è stato così. Rewind . Mentre tutti si davano da fare con la gomma, accendiamo la radio della macchina, non si riesce a sentire bene nessuna stazione. Un simpatico ragazzo, vicino a noi, vista la scena, ci porta due delle sue musicassette che aveva in macchina. Erano, ovviamente, un misto di musica cubana / latino americana attuale. E' così che scatta la scintilla. E' un attimo da quando inizia a suonare la musica ed il formarsi di un gruppetto aggiuntivo attirato dalle canzoni. E' un attimo far crescere l'entusiasmo per far cominciare la gente a ballare, lì in mezzo alla strada, in una mattina d'estate, tra un incrocio, un marciapiedi, un bar e la bottega di un gommista (sic!). Si crea così un'atmosfera di allegria che contagia un po' tutti, giovani e meno giovani. Un autobus di turisti di passaggio, si sofferma alla nostra vista e i suoi passeggeri, increduli, non potendo far altro, pensano bene di immortalare la scena con le loro belle macchine fotografiche (quanto mi piacerebbe averne una di quelle foto!). E' nato così un piccolo happening che dura quanto basta, per imprimersi nella nostra memoria. Quando terminano il lavoro alla gomma, nessuno ha voluto i nostri soldi, neanche il gommista. Hanno jugato con noi, hanno trascorso un momento di divertimento. E noi con loro. Offriamo loro da bere, chiediamo qualche informazione sulla zona e ci indirizzano loro. Ripartiamo, le musicassette ce le hanno regalate e saranno la nostra base musicale per l'intero periodo. Seguiamo le indicazioni e, in breve (circa 25 Km), arriviamo nella zona di Vinales. Ci troviamo a ridosso della Sierra de Los Organos. Lontano dal mare, in un ambiente montano, molto particolare, dove risplendono le più famose piantagioni di tabacco del mondo. Raggiungiamo la nostra meta e lì incontriamo Carlos. Un giovane campesino che si sta inventando qualcosa di nuovo. E' cordiale, affabile e simpatico, in breve riusciamo a simpatizzare. Ci porta vicino a delle case (o meglio sarebbe dire delle pseudo case), dove, a ridosso da esse, troviamo i cavalli, i nostri compagni delle prossime ore, insieme a Carlos. Dopo un breve preparativo, il gruppetto è pronto e ci avviamo (tranquilli, di cavalli ce n'è anche per chi non ha mai cavalcato!). Ci inoltriamo così in un viaggio nel tempo. Proprio così, è questa la sensazione che ho provato. Nulla lascia pensare ai nostri tempi, nessun elemento può neanche sembrarne la spia: solo noi. E' un angolo di terra al riparo da sguardi, rumori, dove è la natura che domina su tutto, "una verde oasi di tranquillità dove il tempo sembra essersi fermato". Un paesaggio dolcissimo con pianure coltivate, alternate a zone boscose. Cavalchiamo sui sentieri di terra rossa, che crea un contrasto affascinante con il verde intenso della vegetazione. Qua e là sui nostri cieli volteggiano degli uccelli rapaci (presumo avvoltoi), che si inseguono ed emettono dei suoni che intensamente rompono il silenzio che ci circonda. Lungo il tragitto delle Sierra de Los Organos spuntano delle costruzioni assolutamente originali, costruite in legno e fango con tetti di foglie di palma, detti "bohios" (non pensate ad altro!), case tipiche di contadini (al servizio delle coltivazioni), mentre tutt'intorno troneggiano i "mogotes", isolate alture di pietra calcarea dalla particolare forma di pan di zucchero, riccamente ricoperti da una intensa vegetazione verde. Alcuni contadini lavorano la terra, ma non è come potremmo immaginare, ancora sono i buoi che tirano l'aratro ed è il contadino che li guida, che con loro riesce ad avere una forte intesa, che li fa andare, naturalmente, dove lui vuole. Ci troviamo in "montagna" e mi sembra molto strano vedere la ricchezza e la quantità delle palme che ci circonda, che crea uno strano e suggestivo scenario che, ai nostri occhi, sembra a dir poco anomalo. Mi sento rapito da questa suggestione, percepisco lì stesso la sensazione che sto vivendo un momento "topico". E' strano, di solito queste sensazioni le vivi con i ricordi, ma proprio lì, in quei momenti, ho detto che solo per quell'esperienza valeva la pena affrontare il viaggio. Ma ancora non era finito. Tra di noi c'è molta allegria e questo contribuisce molto alle gradevoli impressioni che viviamo, la compagnia e l'atmosfera è di quelle che vorresti che ti accompagnasse in tanti momenti. Ora al passo, ora un po' al galoppo, arriviamo ad una radura, ricca di palme. Ci fermiamo e, con fare risoluto, un anziano campesino sale su una palma, raccoglie delle bellissime noci di cocco e con quattro colpi di machete ci offre il frutto naturale da bere, da assaporare da una piccola cannuccia fatta lì per lì da delle vere piccole canne naturali. Penso: ma dove siamo? Ma è tutto vero? Lasciamo lì i cavalli e ci addentriamo a piedi lungo un viottolo, ai piedi di uno dei grandi "mogotes". Fatto un breve tragitto, si apre dinanzi a noi la Cueva del Indio, una caverna naturale, ove troneggiano stalattiti e stalagmiti, in un ambiente umido e scivoloso (andateci con scarpe adeguate per non scivolare…, come ho fatto io!), ma di incredibile suggestione. Specialmente quando si raggiunge la zona dove nasce un fiume sotterraneo, dalle acque filtrate dalla terra dei "mogotes" che la rende praticamente distillata, percorribile con zattere. La bellezza di quel bagno in quelle acque, nudi, alla luce di alcune torce d'emergenza, è una di quelle cose che difficilmente si dimenticano, anzi si imprimono nella memoria e difficilmente ne usciranno più. Sono passate alcune ore da quando abbiamo preso i cavalli, decidiamo di tornare in dietro, si è fatto tardi e dobbiamo ripartire. Facciamo il percorso al contrario. Un po' la stanchezza, un po' la consapevolezza che sia finita, l'allegria di prima lascia lo spazio ad una nota di malinconia. Salutiamo Carlos, con grande calore e simpatia, consapevoli che il ricordo resterà. Riprendiamo il viaggio a bordo della nostra Mitsubishi con la musica che ci accompagna e ci imprime, in maniera indelebile, le sensazioni di una giornata indimenticabile. Nota: Il tragitto descritto dura circa 4/5 ore a cavallo. Lungo questo percorso si può anche ammirare un particolare murale con scene preistoriche (non è di epoca preistorica). Proseguendo si può arrivare sino a delle cascate naturali per ritornare poi da una direzione diversa. Noi non lo abbiamo fatto per mancanza di tempo. A detta di Carlos si potrebbe anche organizzare un'escursione completa con bivacco notturno compreso. Chissà?...

Un segno di riconoscenza a chi ci ha guidato: - CARLOS MILLO CABRERA, Palmar Vinales Pinar del Rio - Cuba.

http://appuntidiviaggio.clarence.com/

http://www.borntotravel.it/

 

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