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Una giornata ai ritmi dei Cubanito 20.02

Carib.e - 02/04/2005

Una giornata ai ritmi dei Cubanito 20.02 E' ormai quasi un anno da quando sono stato l'ultima volta, in ordine di tempo, a Cuba. Col tempo i ricordi tendono a nascondersi nella memoria, ciò che resta di più vivo sono le emozioni. Già altre volte ho detto che Cuba è un luogo ricco di fascino, per le emozioni che sa regalare, per i suoi ritmi, anche musicali. E la musica è un elemento naturale dell'Isola, non un luogo comune come potrebbe essere la pizza e il mandolino da noi, lì il sound cubano scandisce i tempi della vita, divenendone parte integrante. Il ballo, il ritmo, la musica si apprendono naturalmente, come parlare, camminare, sin dalla tenera età. E' bellissimo ed è facilissimo incontrare anche dei bambini piccolissimi che ballano con le movenze e il ritmo giusto, nelle calle, sulle playas, in ogni dove. Si resta affascinati a guardarli. Anche chi viaggia, a poco a poco, si sente coinvolto dai loro ritmi, oggi ancor più vari e ricchi di quanto non potesse ritrovarsi qualche tempo addietro. Anche chi non ha mai apprezzato la loro musica, ne resta coinvolto. L'ascolti ovunque, ad ogni ora, è un ritmo che ti accompagna per tutto il periodo di permanenza, per certi aspetti come un mantra. E ti entra dentro, l'assimili e, infine, ti piace. La musica, per ogni tipo di viaggio (ma a Cuba molto di più), riesce a farti rivivere le emozioni, le sensazioni i luoghi. Ti risveglia la memoria, quella memoria che altrimenti si addormenta fino a quasi scomparire lasciando dietro di sé solo poche, fievoli, tracce. Riascoltando la musica che ti ha accompagnato in un piacevole viaggio, invece, avverti subito dentro di te il risveglio, il ricordo che si ripropone prepotentemente. Questo mi capita spesso e, per quanto ho detto, in un viaggio a Cuba queste sensazioni sono molto più accentuate.

La scorsa estate si sentivano, come sempre, tanti ritmi, tante canzoni, ma alcune su tutte, predominavano sulle altre. In discoteca, sulla spiaggia, nei taxi, nelle strade, ovunque sentivi quel ritmo, incalzante, un nuovo sound cubano, niente a che fare con la salsa o la rumba, un nuovo sound cubano. Reggaetton. Cosi anche noi, anche inconsapevolmente, abbiamo adottato quel ritmo, lo abbiamo fatto nostro per tutta la vacanza. Ci siamo anche comprati il cd e quando, dovendo sostituire la macchina a noleggio con una nuova, abbiamo visto che era sprovvista di lettore cd, per ascoltare la nostra musica, ci siamo ripresi la vecchia, e ci siamo resi conto della forte influenza musicale. Senza accorgercene, girando per la città, ci ritrovavamo a canticchiare la canzone e accennare qualche passo e la cosa simpatica era che chiunque ci vedesse o sentisse, accordava insieme a noi, ovviamente surclassandoci, il ritmo di ulakalakalà ulakalakalà! Troppo forte! Il gruppo di cui parlo sono i Cubanito 20.02 e chi è stato di recente a Cuba sa bene di chi parlo, di sicuro.

Nelle nostre scorribande cubane, al ritmo dei Cubanito 20.02, abbiamo trascorso delle bellissime giornate. Quel giorno, con la nostra fidata Mitsubishi, come altre volte, andammo sulle spiaggia a Playa de l'Este. Al solito lido, dai simpatici gestori, ci prendemmo le solite sdraio, qualcosa da bere, la crema solare, il bagno al mare, la musica che suonava incessantemente. Il ritmo di ulakalakalà ulakalakalà prese a suonare più forte e prepotente del solito. Mi ricordo che ero in acqua, suonava la musica, e sulla spiaggia, iniziò un movimento più strano del solito. La gente si lasciava andare, si scatenava, e così vidi formarsi un capannello di gente. La musica ancora più alta. La spiaggia ballava. Si proprio così, sembrava un cartone animato, dove il movimento è falsato e inventato. In quel caso invece era vero, un unico movimento della cintura, un unico ritmo musicale ulakalakalà ulakalakalà, un unico grido matame matame! Anche la vecchietta con l'ananas sulla testa sembrava che ballasse! Non ci potevamo perdere quell'atmosfera. Andammo anche noi.

Fu così che capimmo perché quello stato di euforia sulla spiaggia. La musica era quella, ma stavolta c'era pure chi la cantava. Proprio loro, davvero. I cubanito 20.02 erano lì, stavano girando delle riprese per un loro video. Tre ragazzi, in puro stile hip hop (.. a lo cubano), anche piuttosto minuti fisicamente (si, perché dalla voce non si direbbe proprio, si potrebbe immaginare qualche omone ma non loro), con la canotta, la catena, i pants over size, la bandana, gli immancabili occhiali da sole, che cantavano con la base musicale. Cazzarola, bello! Fu come in un happening, o per qualcuno una specie di rave improvvisato. La musica, il ballo, il sole, il mare, la cerveza … coinvolgeva tutti e parteciparono tutti. Loro giravano, cantavano e tutti gli altri seguivano il ritmo. Il regista girava e "passava" su tutti. Riprendeva la fiesta. Ho sempre pensato che mi sarebbe molto piaciuto vedere quel video. Chissà! Scattammo anche qualche foto. Ma ci divertimmo davvero moltissimo. E loro, pur avendo un'enorme popolarità in tutta l'isola, non se la "tiravano" proprio per niente. Anzi tutt'altro! Molto ma molto semplicemente. Senza nessun tipo di ostentazione, di guardie, di sicurezza, di codazzo alle spalle e tutto ciò che possiamo vedere o immaginare quando incontriamo qualche "personaggio" da noi. Erano lì per lavoro, senza alcuna ostentazione. Non è lo stesso star system.

Ci bevemmo un'altra birra, mangiammo qualcosa e riprendemmo il nostro ritmo vacanziero. Fu una bella, diversa giornata di mare. A Cuba è così, il ritmo può crescere da un momento all'altro. Basta un là. La sera, in attesa di entrare in un locale, mentre canticchiavamo la "cancion", ci sentimmo alle spalle: "siamo noi". Nooo! Di nuovo. E giù a ridere…Ora, a distanza di tempo, mentre scrivo si risvegliano i ricordi, le sensazioni, le emozioni. Ma il cd suona a lo cubano "matame, matame". Stanno arrivando in Italia. Qualche spiaggia? Qualche disco? … 

By Caribe

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