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Santeria 1

Giordaloco - 30.03.2005

Questa la posto qui, sempre di Cuba si parla, se non va bene, spostatela ove più consono.

Seguendo uno degli ultimi post sulla santeria mi è tornata in mente una esperienza fatta; per non farla troppo lunga l'ho divisa in due parti eccovi la prima.

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E' da un po' che noto che la novia porta al collo, in tasca o in qualsiasi altro posto possa essere nascosto, un oggetto, e si premura di nasconderlo ogni qual volta se lo leva; al mare lo imbosca nel cruscotto auto o sotto il tappetino, in camera nell'escaparate o nella mesita de noche, cerca di non farmelo vedere; non sono curioso più di tanto.

Una sera, stiamo cambiandoci per uscire a cena, e vedo "l'oggetto" in bella mostra sul comodino: è qualcosa infilato in un sacchettino di stoffa rossa alquanto sucio (chiaro, se lo porta sempre addosso).

Lei è in bagno per cui le grido: Metto la tua "cosa" nel comodino; quanto mai !!! , arriva come una furia, farfuglia parole strane *reguardo, padrino, mala suerte,* mi si getta addosso, quasi mi stacca un dito, me lo strappa di mano gridando: lo has tocado, lo has tocado !!! E si mette a piangere.

Piange e non vuole spiegarsi; bene, adesso basta o mi spiega o la sbatto nella porqueriza e ce la lascio fino a che non si calma; a poco a poco riacquista un certo controllo e fra sospiri, lacrime e tremori riesco a capire che è un reguardo, fatto dal suo padrino, che deve portarlo sempre con lei e che nessuno deve toccarlo pena la fine del mondo, il suo si intende.

Urgono mas informacion: il padrino non è il padrazo ma la sua guida, il suo guro, il suo consigliere; insomma il suo brujo spillasoldi. Il reguardo è una specie di talismano fatto appositamente per lei e che nessuno deve vedere o toccare; è disperata, chissà cosa le potrà capitare adesso, devo portarla subito da lui; e la cena?; o stolto mortale cosa è più importane ? la cena o la fine sua, di Cuba e di tutti i suoi abitanti ? Si va.

El Vaquerito, la zona più malfamata e disastrata di Moron, nessuno ci va volentieri, di notte poi non ci passa nemmeno la polizia, per almeno il 90% e tutta etnia nera, va bene che le informazioni arrivano da bianchi e possono essere alquanto di parte, ma io non mi sento del tutto tranquillo.

La casa, pur essendo sulla principale e non nelle stradine quasi impraticabili ai lati, sembra isolata: è completamente circondata da un'alta muraglia di piante grasse spinose con un solo varco sbarrato da un cancello sbilenco.

Alle invocazioni disperate della chica arriva il maggiordomo/shiavo/secondo in comando (questo lo saprò dopo); una discussione tipo: ahora come, despues debe ablar con los spiritos ecc. ecc., e ci fa accomodare in una saletta in cui si nota che il dueno deve passarsela bene coi suoi polli (nel senso sia letterale che metaforico): Televisore, videoregistratore, gravadora mega; su un tavolino ci saranno una ventina di bicchieri colorati di tutte le forme con cannuccia e sbattitore fantasia; su delle mensole fanno bella mostra cose nauseabonde e inclassificabili, il tutto condito dall'immancabile musica a tutto volume.

Il vice capo è andato ad annunciarci e, guarda caso, la cena e il meeting coi santi si è già concluso e il santone ci allieta con la sua presenza (sarà forse dovuto al fatto che il postulante sia accompagnato da uno Yuma?).

Un ometto di statura media, nero, gli occhi furbi e un poco in fuori, capelli radi, crespi sale e pepe, ciuffetti di barba qua e là, magro e un sorriso a 32 denti (se ce li avesse); alla spiegazione della pobrecita si fa scuro e empeza a enumerare una lista di probabili catastrofi bibliche da far impallidire Mosè: stringi stringi è necessario rifare il rito e già che ci sono potrebbe farne uno anche per me????!!!!!

Furbo il mago magò, deve aver visto l'occasione per rifarsi il guarnaroba; cautamente tasto il terreno, niente di preoccupante un paio di bottiglie di ron (di quello buono però, vai a sapere se i santi si arrabbiano con roba scadente) e un paio di dollari a testa per coprire le spese della materia prima.

Per calmare la quasi infartata è niente, per cui avanti con lo spettacolo: ci fa accomodare nel suo studio; un cubicolo di tre per tre tappezzato di immagini varie, santi, santini, altarini, candele, tazzine di caffè, un bicchiere con dentro un uovo, un braciere spento pieno di cartine arrotolate e ossicini vari, qualche teschio di animali sconosciuti , una pianta da cui pendono biglietti d'anteguerra, una collezione di bottiglie piene di intrugli, una rastrelliera piena di fili colorati (forse si da all'uncinetto), e gli immancabili San Lazaro e la Madonna del Cobre debitamente circondati dalle offerte votive (riso,frutta,rum,sigari ecc.); quel magazzino di pacottiglia è talmente pieno che smetto di descrivere.

Inizia il rito: sceglie due sassi, li avvolge in alcune foglie e inizia a ricoprirli con fili di vari colori borbottando cose strane, quando ha confezionato due ciocolattini multicolori li sbatte in una ciotola e chiama lo schiavetto: paloma Y gallo ordina.

Mentre aspetta i sacrificandi riempie a metà la ciotola con misture varie (mi sembra anche miele), polveri e un po' di osso grattuggiato, mi assicura che è umano e che lo ha personalmente prelevato dal cimitero locale in una notte senza luna, a me sembrano delle costine di puerco, ma si sa sono incompetente; per finire aggiunge qualche spillo, forse per pungere las almas maldidas se cercano di avvicinarsi.

Arriva il luogotenente e incomincia la parte che speravo di evitare: ciuccia ron e lo spruzza in faccia alla colomba e al gallo condendo il tutto con fumo di sigaro aspirato al contrario; dimenticavo prima ci ha passato i volatili su tutto il corpo. (purificazione credo)

Tiriamo un velo pietoso sullo sgozzamento: versa il sangue nella ciotola, unisce qualche foglia e rimescola il tutto, cioccolattini, brodaglia e schifezze.

Tutto felice ed euforico ci avverte che la pozione deve riposare una settimana e che possiamo ritornare a prendere los reguardos per la grande festa che darà per San Lazaro, siamo tutti invitati.

Nessuna preoccupazione per la sicurezza e la mala suerte, quello che ha fatto ci copre sino alla consegna dell'insanguinato oggetto.

Non vedo l'ora di smammare, l'orologio indica le due, ho la pancia che reclama il dovuto, quattro ore seduto su un seggiolino sbrecciato, a servire da antipasto alle zanzare, hanno portato al limite la mia resistenza , se si inventa ancora qualcosa lo sacrifico io al dio cibo.

Per fortuna è tutto finito saluti e abbracci, saldo debiti e via ; il ritorno per il ritiro e la partecipazione al sabba sono un'altra storia che leggerete un'altra volta adesso ho FAME !!!!!!!!!!!!!!!

 

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