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El Familion … storia di una normale famiglia cubanaCocoloco - 25.08.2004 Ragazzi se non avete niente di meglio da fare leggetevi questo racconto che dedico ad uno dei protagonisti in occasione del suo compleanno. Attenzione! Non é un racconto rosa, gli amanti di quel genere non sprechino il loro tempo. Abuela ha avuto 4 figli prima di sbattere fuori di casa il marito alla fine dell'ultima delle loro frequenti liti durante la quale le spacco in testa il vecchio ventilatore russo. Da quel giorno non gli ha mai più rivolto la parola, sono passati 32 anni e nessun uomo é mai più entrato nella sua vita. Quando le chiedo se ce l'ha ancora con abuelo alza le spalle guardando il cielo e scappa via. Abuela ha una risata fragorosa e contagiosa, la camminata da papera dovuta ai suoi 120 kg uniformemente distribuiti su 160 cm di altezza ed il viso segnato dalla revolución e dai periodi speciali. Tra un paio di mesi andrà in pensione dopo una vita passata in una caserma della FAR come responsabile dell'economato e delle cucine, il suo maggior impegno però é sempre stato quello di prevenire ed evitare i furti di generi alimentari. E' una convinta rivoluzionaria, ha riscattato la sua casa e non ha mai accettato i regali che i suoi dirigenti gli offrivano per meriti speciali. Non vi dico l'incazzatura del familión quando a febbraio ha rifiutato l'ultimo regalo (un televisore 21 pollici a colori) affermando che il suo 15 pollici bianco e nero é più che sufficiente per seguire las novelas ed i discorsi del comandante. C…. il suo primogenito tra una borrachera e l'altra fa il fumigador, é un ex-pugile e tra non molto dovrebbe andare in missione in Venezuela come allenatore di boxe. K…. l'ultima delle figlie é un instancabile ama de casa, passa le sue giornate pulendo tutte le case della famiglia anche più volte al giorno. I…. l'altra figlia é peluquera particular nonché presidente del CDR del barrio, bastano un paio di birre per trasformarla in una versione femminile di Gino Bramieri. G…., il secondo genito, é appena uscito di prigione dopo aver scontato la pena inflittagli (tre anni ridotti a due) per aver cambiato 15 $ en la calle. Non se l'é passata tanto male in quel carcere senza mura di cinta, lavorava nelle cucine, lui che non sa distinguere un cetriolo da una zucchina, é uscito con 20 kg ed un paio di cicatrici in più. Durante la sua detenzione non é mai mancato ad una festa familiare, specialmente quando c'ero io pronto a facilitare i suoi permessi speciali regalando all'ufficiale del carcere 2 bottiglie di ron o 4 rasoi Bic o 1 stecca di Popular. Adesso ha dei grandi progetti, alcuni già realizzati: ha venduto due stanze della sua casa alla sorella parrucchiera, il ricavato dovrebbe bastargli per le pratiche del viaggio dei suoi sogni: Miami. Ma visto che per uscire dall'isola non basta avere i soldi per il viaggio eccolo convolare a giuste nozze. Si é sposato con la moglie (non di papeles) del suo migliore amico, felice di prestargliela per poter dividere le 4 casse di birra e la torta che lo stato offre il giorno della boda. La fresca sposina chiederà ai suoi parenti residenti in Florida di aggiungere il nome di suo marito alla richiesta di riunificazione familiare. Lui é convinto che il suo sogno si realizzerà. < Me voy pa' el yuma! Yo si que voy a salir del país..no como Popeye el marino > ripete spesso accennando un sorrisetto ironico e beffardo. Popeye el marino é il soprannome affibbiato a A….il figlio della sorella più giovane, un bel diciottenne furbo ed intelligente che si é dato un gran da fare per risparmiare i soldi che avrebbe investito nella realizzazione del suo sogno, lo stesso dello zio: Miami. Non chiese mai niente a nessuno, come mai a nessuno disse quali fossero le sue intenzioni. Vendette la catena con il crocifisso, l'anello, le Nike seminuove e tutto ciò che possedeva, il ricavato aggiunto ai suoi risparmi dava un totale di 1100$, credo non li avesse mai visti tutti insieme. Dopo più di un mese di preparativi, una notte di luna piena e mare calmo, lui ed i suoi 11 compagni d'avventura salparono su un barcone di legno in direzione di Miami. Erano fiduciosi e ben organizzati, avevano cibo, acqua e carburante in abbondanza. Racconta che la terra non si vedeva più già da un pezzo quando si ruppe il motore, il vecchio diesel Nissan rese la sua vecchia ed arrugginita anima a Dio, o forse a Nettuno, fatto stà che non ne volle più sapere di far girare quella maledetta elica. La mattina dopo vennero avvistati e rimorchiati a terra, ma non quella che speravano di raggiungere. Il barcone, i bagagli e le provviste vennero sequestrati, mentre agli improbabili marinai venne offerta ospitalità gratuita in una specie di prigione di Puerto Padre. Lo liberarono dopo 3 giorni e 2 notti, grazie all'intervento del familión che, dopo una lunga trattativa, concordò il pagamento di una multa di 4000 pesos. La gioia del ritorno a casa fu per lui di breve durata…………
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